Nelle foreste siberiane by Sylvain Tesson

Nelle foreste siberiane by Sylvain Tesson

autore:Sylvain Tesson
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838927485
editore: Sellerio
pubblicato: 2012-02-14T05:00:00+00:00


13 aprile

Per tutta la notte la radio ha continuato a trasmettere notizie. Nel dormiveglia ho sentito che il bilancio si aggravava: novantacinque morti... novantasei... novan- tasette. Verso le due mi sono tappato le orecchie con la cartapesta. Ho strappato una pagina di Lord Jim, l’ho masticata lentamente (l’inchiostro ha un cattivo sapore) e mi sono infilato in fondo alle orecchie la letteratura di Conrad, pensando che avrei sentito il rumore del mare.

Stamattina Volodja mi porta con sé a controllare le trappole. Il compito di una guardia forestale è impedire che i bracconieri uccidano gli animali e Volodja lo svolge nei precisi limiti territoriali della riserva. La sua capanna sorge sulla riva sinistra del fiume Elochin, al confine nord del parco naturale; dall’altra parte, dove la taiga non è più protetta, posa le sue trappole.

Ha messo gli sci: due tavole di legno ricoperte di pelle di cavallo; io ho le racchette. Impieghiamo tre ore a raggiungere le trappole. Affondiamo nella neve sottile. Costeggiamo il limitare tra il versante montuoso e la piana alberata. Le ghiandaie segnalano il nostro arrivo. Il cane di Volodja continua a lanciare falsi allarmi: è ancora giovane e non sa che non si deve disturbare il padrone per uno scoiattolo. Volodja gli insegna il mestiere a furia di urla: «Questi cani non hanno nessun addestramento, cazzo!». Su quindici trappole, due visoni. Volodja giura che la foresta è vuota e che la vita andava meglio prima.

I russi si sono comportati con i mustelidi come gli americani con i bisonti della prateria: hanno sterminato gli animali da pelliccia per coprire le spalle degli uomini.

Un giorno l’uomo entra nel bosco. E gli dèi si ritirano.

Ho scoperto che si può vivere vicino a una gigantesca pista da pattinaggio, nutrirsi di caviale, zampetti d’orso e fegato d’alce. Che ci si può vestire di visone e attraversare i boschi col fucile a tracolla. Che ogni mattina, quando i raggi dell’alba sfiorano il ghiaccio, si può assistere a uno degli spettacoli più belli del pianeta. E che, nonostante tutto questo, si può desiderare di vivere in una casa fornita degli ultimi robot e dei più recenti gadget hi-tech. La tentazione della vita eremitica discende da un ciclo immutabile. Per desiderare una capanna al centro di una radura bisogna aver prima sofferto d’indigestione nel cuore delle città moderne. Dopo essere rimasti paralizzati dal grasso del conformismo e invischiati nello strutto della comodità, si è maturi per il richiamo della foresta.

A mezzogiorno prendo la via del ritorno. Una spolverata di neve ha coperto il ghiaccio e si scivola. Non vedo l’ora di passare una serata da solo. La nebbia vela i versanti. La riva si crea e si ricrea.



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